lunedì 23 settembre 2013

BACKSTAGE

ventimila giorni di note e di storie

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domenica 15 settembre 2013


…e non sono più “solo canzonette”.


Sono un musicista e faccio questo di lavoro ( da 50 anni) quindi, nel momento in cui non suono e non compongo, ascolto.

Devo dire che molto di quello che ascolto da un po’ di tempo, non mi convince (cerco sempre di utilizzare il meno possibile il verbo “non mi piace”, per il rispetto che porto verso tutti coloro che fanno il mio mestiere).

Non nego che ci sia ogni tanto qualche buona produzione e qualche buon pezzo, di quelli che ti fanno soffermare su un ascolto approfondito che per noi musicisti, solitamente è rivolto alle armonie, alla melodia e all’arrangiamento, ma tutto ciò sta diventando sempre più raro. Mi rendo conto perfettamente che di questi tempi è veramente difficile inventare qualcosa di nuovo e di stimolante ma questo non è un alibi sufficiente per rinunciare a tentare vie nuove.
Ma se le vie nuove non si trovano, allora che fare? Semplice (forse):  ripercorrere le vie precedenti cercando degli itinerari  alternativi o paralleli.

Nel caso della musica popolare ad esempio, il nuovo percorso potrebbe essere un approfondimento culturale di ciò che è stato già fatto. Mi spiego meglio: le canzoni o peggio ancora come termine le “canzonette”, sono nate come espressione popolare di un linguaggio semplice e leggero.

Questo succedeva agli inizi di questo percorso ma adesso, dopo oltre mezzo secolo di musica pop, si può e si deve alzare il livello di questa musica che non deve vergognarsi di essere “popolare” in quanto tale, ma cercare di ritagliarsi il giusto ruolo accanto alle altre forme di musica colta quali la musica classica ed il jazz.

Naturalmente, per fare questo si deve iniziare dal rimettere in discussione molte di quelle certezze che hanno contribuito fino ad ora, a costruire musica che avesse l’opportunità di essere commerciale ovvero di essere musica di largo consumo.

Niente di male e lungi da me l’idea di considerarmi un severo censore di quella musica che ha consentito di conseguire nel tempo ottimi risultati a chi l’ha composta, realizzata, confezionata e venduta.

Oggi però le cose sono cambiate completamente, i meccanismi che fino ad ora hanno funzionato, sono completamente sparigliati e quindi ci si deve o ci si  dovrebbe domandare se non sia il caso di tentare appunto, nuovi percorsi musicali.

Riprendendo il concetto precedente, sono convinto che questo farebbe sicuramente del bene alla musica e probabilmente aprirebbe nuove strade e nuove alternative a quella che ancora oggi molti continuano a definire musica “leggera”.

Ebbene, c’è qualcuno che da un bel po’ di tempo ha capito questo e sta cercando di portare avanti un lavoro di evoluzione della nostra musica in tutte quelle componenti che formano un brano moderno: armonia, melodia, testo e struttura.

Sto parlando di Claudio Baglioni e della sua nuova produzione iniziata con il brano “Con Voi” in questo nuovo percorso a tappe attraverso  il quale Claudio ci sta conducendo per mano, dentro al suo nuovo lavoro.
Brani nuovi, alcuni più tradizionali ed altri particolarmente innovativi, ma tutti sicuramente fuori da quelle regole che abbiamo citato  precedentemente. Brani lunghi, quasi tutti oltre quei tempi massimi imposti  (!?!?) dalle regole della discografia e delle radio. Solo per questo “hats off” al lavoro di Baglioni! Una vera  e propria piccola rivoluzione portata avanti con una determinazione, coerenza ed onestà artistica assolutamente rare nel panorama musicale italiano.

Ma Claudio non si è fermato solo a questo. Nella sua continua ricerca armonica e melodica, peraltro iniziata già dai tempi di “Oltre”, il capolavoro della musica italiana degli ultimi 25 anni,  Claudio ha probabilmente raggiunto un risultato compositivo che, se non analizzato con attenzione, potrebbe passare inosservato ai  meno attenti: le sue canzoni sono diventate dei veri e propri gioielli di strutture compositive, che pur mantenendo una fruibilità a livello popolare, hanno oramai una dimensione che non può più essere configurata nella semplice denominazione di “canzone”.

Per tutti, le mie preferite:

E noi due là
In un’altra vita
Con Voi
Dieci Dita
L’ultima cosa che farò
In cammino
Va tutto bene
E chi c’ammazza

          Per i musicisti: consiglio una analisi attenta ed approfondita delle armonie, delle melodie e delle strutture dei brani che ho elencato.
          E a questo punto posso affermare con certezza che in questo caso:
          “non sono più solo canzonette”.